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19-03-2013
Da una città fragile, alla città solidale. Incontro nella Sala dei Comuni del Palazzo del Governo con il Presidente del Consiglio Provinciale Michele Mangiafico. |
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Il Presidente Michele Mangiafico durante l'incontro di stamani.
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Presenti rappresentanti delle realtà locali che si occupano del sociale: Maria Concetta Storaci del Consiglio Nazionale delle Assistenti Sociali, Adriana Canclini di Amnesty International, Anna Accolla delegata della Croce Rossa, Adriana Prazio del Centro antiviolenza “La Nereide”, Suor Giovanna Spanù del Cenacolo Domenicano, il dott. Pasqualino Zappulla del Tribunale dei Diritti del Malato e tanti operatori del settore.
“Questa città deve riscoprire il percorso della “Solidarietà Sociale” – ha detto Maria Concetta Storaci nel suo intervento introduttivo – anche attraverso momenti come questo. Un’occasione in cui riflettere per riportare un momento di umanità che si è perso. Dobbiamo raccogliere “le voci di chi non ha voce” dai luoghi dove la dignità umana viene quotidianamente accantonata.
Il Consiglio Nazionale delle Assistenti Sociali sarà sempre vicino alle iniziative della Provincia Regionale come quella relativa al problema delle carceri su cui il Presidente Mangiafico ha fatto un Consiglio provinciale aperto”.
Il Presidente Mangiafico ha ringraziato …”chi ha voluto quest’occasioone. Un’occasione di comunicazione nella quale si inserisce il significato concreto che queste giornate assumono e che sta nelle persone che le organizzano e operano nel sociale. L’Ente che rappresento – ha continuato Mangiafico – è vicino a chi opera nel sociale. Il tunnel della crisi non si può superare con mere operazioni di bilancio o monetarie. Sono idee che possono assecondare chi sta al centro della società ma vanno a discapito di tanti altri. Il modello di “Sparta” riteneva ammissibile che se nasceva un bambino storpio si poteva gettare dal dirupio.
Gli ultimi, invece, hanno talenti diversi che se messi a disposizione della comunità, sono dei valori aggiunti.
Questa giornata ha un senso se a livello comunitario ci si riconosce nell’insieme di tutte le problematiche. L’occasione culturale che ci offre la giornata di oggi è quella di perimetrare questo spazio.
Noi vogliamo occupare questo spazio perché deve essere maggioritario come significato e come idea”.
Gli altri interventi hanno denunciato esperienze di vita dirette e le difficoltà nel poter dare spesso risposte per superare proprio il disagio.
Il progetto comune che alla fine è venuto fuori è quello di intaccare questa “Città fragile” facendola diventare una città solidale, operativa, entusiasta di fare, di porgere aiuto, di vedere i diversi soggetti uniti nella solidarietà.
Con il grande sforzo di trovare insieme le giuste strategie.
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