Data: 22/10/2008
Oggetto: Consiglio provinciale, commemorato Vittorio Foa
  Mancanza del numero legale – otto i consiglieri presenti in aula: il presidente Mangiafico, Amato, Iacono, Briante, Spataro, Getullio, Gionfriddo e Acquaviva – per cui il Consiglio provinciale non si è svolto ieri sera. Adesso sarà possibile riconvocarlo dopo la conferenza dei capi gruppo. Tuttavia, nonostante mancasse il numero legale, il presidente Michele Mangiafico ha consentito che il consigliere Carmelo Spataro commemorasse Vittorio Foa. “Voglio innanzitutto cogliere l’occasione – è scritto in una nota che ha letto in aula il consigliere Spataro -, perché questo Consiglio provinciale possa nella sua massima rappresentanza istituzionale, sulla scia del messaggio del presidente della Repubblica ed oggi nel saluto e nella commemorazione fatte dal presidente della Camera e dal Parlamento tutto, ricordare a nome mio e di tutto il Pd la figura e l’uomo Vittorio Foa che è morto all’età di 98 anni. Un grande uomo, figura storica del giornalismo italiano, grande personaggio del sindacalismo, della sinistra italiana, della resistenza e del dopoguerra. “Nacque a Torino il 18 settembre del 1910 – ha continuato Spataro - da una famiglia ebraica. Antifascista da sempre, fu arrestato nel 1935 e condannato a 15 anni di carcere. Militante del partito d’Azione insieme a La Malfa ed Altiero Spinelli, fu rappresentante del comitato di liberazione nazionale e prese parte alla resistenza. Fu eletto all’Assemblea costituente e nel 1947 si iscrisse al Psi e subito dopo nel Psiup. Entrò nella Fiom nazionale e fu anche un grande dirigente della Cgil. “Tutto il mondo politico e culturale si sente più solo, con lui scompare, senza alcun dubbio, una delle figure – ha continuato il consigliere Spataro - di maggiore integrità e spessore intellettuale e morale della politica e del sindacalismo italiano del Novecento. Questo è quanto ha ricordato il nostro capo dello Stato, Giorgio Napoletanom ricordando Vittorio Foa. La sua storia e la storia del 900 gli hanno regalato un posto d’onore nella storia repubblicana democratica. Il suo rigore morale, la sua dedizione, il suo impegno quotidiano siano da stimolo e da esempio alle tante generazioni, comprese le nostre, compresa la mia e quelle future, perché la sua testimonianza sia sempre un punto di riferimento nella difesa e nella salvaguardia di quei valori, come la libertà e la democrazia, valori per i quali dedicò tutta una vita”. Infine da registrare una critica rivolta dal vice presidente del Consiglio provinciale, Corrado Amato, alla maggioranza che si è presentata in aula con pochi consiglieri.
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